La serie di opere "Le stanze del tempo" contempla il dialogo tra spazio e tempo.
Io sono un pittore del mio tempo e gli avvenimenti che mi circondano influiscono sulla mia pittura. C'è una volontà di cambiamento che vuole superare le tradizioni che si muovono nel caos e si rigenerano sempre su se stesse.
I cubi reincarnano l’oggettività umana, le proprie azioni e la sua fragilità come una metafora della ricerca di verità su tutto ciò che il tempo disgrega e non rende visibile. Se il passato è indecifrabile e il futuro invisibile, il presente è l'unico riferimento del cammino.
Il tempo non possiede soltanto una quantità, ma anche una qualità e cioè che ogni punto del tempo, (può essere un'ora, un secondo o un decennio), possiede una determinata qualità, che consente che emergano solo quei fatti. Non ci è pernesso poter focalizzare un dato problema per poter cambiare il futuro e nella mia pittura mi piace congelare i cubi come manifesto di un epoca, di fatto storico o di un mio umore in un determinato momento concentrandone il linguaggio in una sola opera.