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Comune L' Aquila

Comune L' Aquila

L'Aquila (AQ)
Categoria: Comuni
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Comune L' Aquila
Via F. Filomusi Guelfi
67100 - L'Aquila (AQ)

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Comune L' Aquila
Descrizione:
L'Aquila è situata a 721 metri sul livello del mare, nel cuore dell'Abruzzo, regione di cui è Capoluogo.

Circondata dalle catene del Sirente e del Velino da un lato e dalla catena del Gran Sasso d'Italia e dai monti della Laga dall'altra. Fu situata all'origine sul colle che aveva costituito il confine tra i contadi di Amiterno e di Forcona.

La fondazione è legata ai fermenti autonomistici delle terre del confine settentrionale del Regnum Siciliae accentuatisi alla morte dell'Imperatore Federico II. Una parte degli abitanti dei castelli, delle terre e delle ville dei due territori, circa una settantina, si trasferirono intorno alla metà del Duecento nella nuova città. Le particolari circostanze della fondazione si riflettono quindi sull'urbanistica della città, conferendole la struttura odierna, a ciascun castello infatti venne assegnata un'area perché edificare le case, la chiesa e sulla piazza antistante la fontana pubblica.

Sono nati così i vari quartieri e alcuni gioielli dell'architettura sacra romanica aquilana, quali le chiese di S. Maria Paganica, di S. Giusta, di S. Pietro di Coppito e di S. Silvestro.

Si data a questo periodo anche la prima fase del monumento più celebre della città, la Fontana delle "99 cannelle" (allusivo al tradizionale numero di castelli che avrebbero partecipato alla fondazione), opera del Magister Tangredus de Pentana de Valva, come ci dice un'iscrizione posta sulla parete di fondo.

La città costituì fin dall'inizio un importante mercato per il contado, il quale la riforniva regolarmente di prodotti alimentari: dalla conca fertile proveniva il prezioso zafferano; i pascoli montani circostanti alimentavano nel periodo estivo numerose greggi di ovini transumanti che fornivano abbondante materia prima, destinata sia all'esportazione sia, in misura minore, alla manifattura locale, tale da richiamare col tempo in città artigiani e mercanti forestieri.

L'Aquila nel giro di pochi decenni divenne crocevia per il traffico con le altre città del regno ed extra regno, con le quali era collegata per mezzo della cosiddetta "via degli Abruzzi" che univa Firenze a Napoli passando per Perugia, Rieti, Aquila, Sulmona, Isernia, Venafro, Teano, Capua.

Le vicende legate alla figura di Celestino V dettero grande impulso allo sviluppo edilizio, come testimoniano gli statuti cittadini. Decisivi poi per lo sviluppo dei commerci furono i privilegi concessi dal re Roberto d'Angiò nel 1311. Furono in particolare protette tutte le attività legate alla pastorizia, tramite l'esenzione dai dazi per le importazioni e le esportazioni.

E' questo il periodo in cui mercanti toscani (società Scale, Bonaccorsi) e reatini acquistarono casa per abitare in città. Questi presupposti favorirono un profondo rinnovamento politico: nel 1355 al governo cittadino parteciparono le Arti dei pellettieri, dei metallieri, dei mercanti, dei letterati, che con il Camerario e i Cinque costituirono la nuova Camera Aquilana. Undici anni prima, nel 1344, il sovrano aveva concesso alla città di avere una propria zecca.

La privilegiata posizione geo-politica dell'Aquila, di cui si è parlato, favorì in città la presenza di mercanti forestieri di varie nazionalità (Germania, Savoia, Catalogna) come pure di fattori delle compagnie fiorentine dei Bardi, degli Ardinghelli, degli Strozzi, dei Medici, dei Gondi, dei Pianelli di Venezia, dei Papone di Pisa, degli Spannocchi di Napoli. Nel suo viaggio da Venezia a Napoli si fermò in città Adamo da Rotweil, allievo di Gutenberg: il 3 novembre 1481 la Camera Aquilana lo autorizzò ad esercitare l'arte della stampa in città concedendogli anche la privativa.

Fin dal primo trentennio del XVI secolo, con la dominazione spagnola, iniziò all'Aquila un processo di decadenza delle attività produttive al quale contribuirono le epidemie del 1503 e del 1505 che fecero sì che iniziasse per la città un periodo di crisi demografica e di depressione economica. La crisi si accentuò quando nel 1529 Filippo d'Orange, per punire la città che si era a lui ribellata, infeudò tutte le terre del contado assegnandole in premio ai suoi capitani. L'Aquila si vide privata in un sol colpo di quel territorio che costituiva la propria base economica. Di conseguenza vide le sue fiere sempre più disertate dai mercanti. Anche l'impianto urbanistico dell'Aquila subì sostanziali modifiche: la città fu costretta nel 1529 a provvedere alla costruzione di una fortezza che comportò nell'area circostante l'abbattimento di molti edifici e chiese. La fortezza, la cui costruzione si protrasse per oltre un secolo, si presenta oggi con l'aspetto che le hanno conferito i restauri del secondo dopoguerra. A pianta quadrata, con quattro poderosi bastioni angolari e circondata da un profondo fossato, riflette le tecniche militari più avanzate dell'epoca. Il suo interno attualmente ospita il Museo Nazionale d'Abruzzo, con una collezione artistica particolarmente pregevole per quanto riguarda i documenti pittorici e scultorei della regione tra Medioevo e Rinascimento.

Negli anni Settanta del XVI secolo si avviò un altro importante intervento che portò alla modifica dell'assetto del centro civico della città: la ricostruzione e l'ampliamento dell'antico palazzo del Capitano per ospitare Margherita d'Asburgo o d'Austria, governatrice perpetua della città (dal 1587, morta Margherita, il palazzo fu residenza del Magistrato e ora è la sede del Comune), che dopo essere stata governatrice delle Fiandre si era ritirata nei feudi abruzzesi. Al suo seguito era venuto anche l'ingegnere militare bolognese Francesco de Marchi il quale, il 19 agosto 1537, aveva compiuto la prima ascensione, dal versante aquilano, del Gran Sasso.

La struttura urbanistica del centro civico subì una ulteriore trasformazione, negli ultimi anni del Cinquecento e per tutto il Seicento.

Nel 1657 la città venne colpita dalla peste: morirono 2294 dei circa 6000 abitanti, gran parte dell'antico volto medievale e rinascimentale fu distrutto dal terremoto del 2 febbraio 1703: le case, le chiese, i palazzi, la fortezza subirono gravissimi danni. A nove anni di distanza la città contava 2468 abitanti. Favorirono la ripresa le esenzioni fiscali concesse dal governo di Napoli, dove dal 1707 al viceré di Spagna era subentrato il viceré austriaco, cui nel 1734 successe Carlo di Borbone.

Dal terribile terremoto risorse lentamente, ma profonde modificazioni subirono le strutture e gli spazi urbani. I due ceti che concorsero alla ricostruzione della città, il clero e i nobili, caratterizzarono gli spazi urbani con il dualismo chiesa-palazzo: i primi con una opera di recupero e di riuso delle emergenze della città medievale, aggiornate alla cultura del tempo, i secondi costruendo nuove strutture palaziali (ad esempio i palazzi Quinzi, Antonelli e Centi). I rifacimenti interessarono quasi tutte le chiese della città, ampliate e ricostruite con un nuovo volto barocco. Interventi di restauro operati soprattutto negli anni '60 e '70 del nostro secolo hanno in molti casi obliterato questa fase, riportando gli edifici al primitivo aspetto romanico. Conservano viceversa la loro veste settecentesca le chiese di S. Maria Paganica e di S. Domenico, attualmente adibita ad auditorium.
Nel 1799 anche L'Aquila subì l'invasione dei francesi e fu funestata da saccheggi e uccisioni. Nel secolo successivo patrioti aquilani parteciparono ai moti rivoluzionari del 1833, del 1841, del 1848.


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